WLODEK GOLDKORN, L’odio, il degrado e l’esempio di Beppino Englaro (dal blog “Contaminazioni”, L’Espresso online)

La parte più degradante (per tutti) della vicenda di Eluana è stata la campagna di odio nei confronti di Beppino Englaro. E’ stata una campagna tipica di regimi autoritari, che periodicamente hanno bisogno di un nemico su cui scaricare tutte le colpe e tutte le frustrazioni della società (e basti rileggersi il 1984 di Orwell con la quotidiana sessione di odio). La vicenda è quindi solo e soltanto politica, non credo siano utili gli strumenti di antropologia (le due Italie, quella che guarda il Grande fratello contro quella che guarda invece Gad Lerner).

Sono invece convinto che è stato proprio il comportamento di Beppino Englaro ad aiutare la muta che aveva deciso di farlo a pezzi. Mi spiego: Beppino Englaro si è comportato da un uomo totalmente estraneo ai valori di coloro che l’hanno eletto oggetto della loro aggressione. Soprattutto, credo, abbia fatto rabbia il fatto che Englaro si sia rifiutato di far vedere il vero volto e il vero corpo della figlia, dopo 17 anni di sofferenza e che abbia preferito far diffondere invece solo le vecchie foto della ragazza, al colmo della sua bellezza e della vitalità. Beppino Englaro ha violato le norme della comunicazione che oggi va per la maggiore: l’epifania di ogni fatto privato. Si è invece comportato da cittadino modello: ha fatto la sua battaglia (dei principi uniti agli affetti) solo nella sfera pubblica, evitando ogni sconfinamento morboso in quella privata.

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