Gabriele De Ritis

Il mio nome è Gabriele De Ritis. Insegnante di Italiano e Latino per 35 anni, in pensione dal 1° settembre 2008. Volontario nel campo delle tossicodipendenze dal 1989; Educatore della Fondazione Exodus di don Antonio Mazzi, dal 1993 al 2016 in Libera Mente, un Centro di ascolto che aveva la sua sede legale e operativa a Sora, in via Agnone Maggiore, 1.
Abito a Sora
(CAP 03039), in provincia di Frosinone, in via Francesco Vanni, 1.

Sto curando uno spazio in cui raccoglierò la documentazione indispensabile per la formazione degli Educatori che operano nei Centri di ascolto. (In realtà, si tratta di materiali che si sono accumulati nel corso del tempo. Li propongo all’attenzione dei passanti solo per documentare la mia formazione, non per fornire ad altri la via da seguire: non sono un Formatore). Si tratta di percorsi, aree tematiche, piani di realtà che hanno segnato e continuano a segnare la mia formazione. Credo nell’autoeducazione, per questo mi permetto di suggerire documentazione scientifica agli Educatori di tutte le età. Sicuramente, chi legge avrà la propria Enciclopedia mentale, mappe del territorio della conoscenza personale, Bibliografie da proporre. Non conta la mole dei materiali: piuttosto, aiuta a comprendere la visione d’insieme che ne viene fuori. Non possiamo fare a meno di restituire sempre – anche attraverso frammenti di senso – il valore che noi diamo a una cosa piuttosto che a un’altra. L’intero che cerchiamo di rappresentare dovrebbe orientare il nostro intervento educativo e funzionare da riferimento ideale per chi chiede aiuto.

L’indirizzo di posta è posta@gabrielederitis.it
Il mio spazio web è https://www.gabrielederitis.it.
Sono reperibile, altresì, all’indirizzo Skype gabriele.de.ritis.
Il mio Canale Youtube contiene i video più significativi da me prodotti negli ultimi anni.

Il titolo, che spero definitivo, che ho dato a questo sito, è Ai confini dello sguardo – “Solo il vero sapere ha potenza sul dolore” (Eschilo).

Non si vive (bene) senza riconoscimenti, senza il conforto di una voce amica che dica sì ai nostri sforzi e che attribuisca il giusto valore a ciò che facciamo, se quel che facciamo ha qualche pregio. Il carattere metonimico del desiderio, tuttavia, imprime al soggetto inconscio del desiderio che noi siamo indirizzi e modi di consistere cangianti, talora contraddittori. La vita di relazione e in essa le relazioni significative – quelle che io chiamo vere presenze – contribuiscono a rendere salda la radice errante su cui riposa la nostra esistenza.
‘Ai confini dello sguardo’ significa ‘nel luogo e nel momento del contatto e dello scambio’.
Ciò che più mi preme descrivere, raccontare, spiegare è l’incontro con le esistenze altre, dagli allievi agli utenti del Centro di ascolto, alle donne, agli stranieri… 

*

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.