CAMMINARSI DENTRO (115):

25 dicembre 2009 – Ama lo Straniero come te stesso

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Insegna il Cristo: amerai il tuo prossimo come te stesso, / ma non dimenticare mai che è un altro.
ANTONIO MACHADO

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«Prossimo, infatti, è ciò che differisce inesorabilmente da noi. Prossimo è soltanto ciò che possiamo concepire come avente un proprio carattere e un proprio luogo distinti dal nostro carattere e dal luogo che noi occupiamo. L’ansia di eliminare la distanza non produce comunità, ma, all’opposto, ne dissolve la stessa idea. Può produrre comunità, invece, soltanto uno sguardo che custodisca l’altro nella sua distinzione, un’attenzione che lo comprenda proprio sulla base del riconoscimento della sua distanza. L’intelligenza del prossimo non consiste nell’afferrarlo, nel catturarlo, nel cercare di identificarlo a noi, ma nell’ospitarlo come il perfettamente distinto». (Massimo Cacciari)

L’altro è il prossimo da amare. Ma l’amore come arma, strumento e modalità conoscitiva è più che un sentimento: «amore non vuol dire amare». L’amore del prossimo consiste nel riconoscimento di una situazione critica e nella disponibilità a farsene carico. Il linguaggio non religioso chiama ciò responsabilità. Tra etica della convinzione ed etica della responsabilità a costituire compito è ormai quest’ultima.

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Intervista a GIACOMO MARRAMAO del 14 gennaio 2009 sull’universalismo della differenza.


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