Camminarsi dentro (10): Nostalgia. Il segno del padre.

Se per fare una donna, perché una giovane donna diventi donna è indispensabile che impari a pensare attraverso le madri, cosa si richiede perché un giovane maschio diventi uomo, padre? qual è il segno del padre? Secondo Claudio Risé, il segno del padre è la ferita, testimonianza di una perdita.

Sabato sera ho rivisto Pietro, il padre di Maria. Dieci anni fa – mi ricordava lui – gli dissi che con una figlia tossicomane c’è da fare una cosa – una delle tante -: impazzire appresso a lei. Pietro diceva che quelle mie parole sono difficili da capire per chi non ha una figlia con il problema di Maria. Ha ringraziato alla sua maniera rude, dicendo poi che noi gettiamo semi, lasciamo cadere semi nella loro anima che fruttano con il tempo.

Maria ha bevuto fino in fondo il calice della sua passione: ha perso suo figlio, la sua casa, il suo uomo, la sua famiglia di origine, la sua dignità di donna… Qualche anno fa Pietro dovette chiedere una prima volta aiuto alle Forze dell’ordine, perché cercassero Maria, che era scomparsa, inghiottita dalla notte. E fu ritrovata. Una seconda volta, assieme  ai Carabinieri con i mitra puntati, andò a riprendersi sua figlia, prigioniera dei neri, tra Castelvolturno e Mondragone. Una volta raccontò di aver trovato profilattici nella borsetta di sua figlia. E le chiese conto della loro presenza nella sua borsa.

Da oltre dieci anni, quando penso a Pietro e a sua figlia mi domando se lui sia un buon padre, se sia sufficiente quello che ha fatto per Maria, se la sofferenza che lo lacera e che non lo fa gridare mai sia sufficiente per poter dire che è un padre.

Siamo andati talvolta insieme io e lui a cercarla, tra il Lazio e la Campania. Abbiamo parlato per ore, per giorni interi. Abbiamo percorso insieme tutte le tappe che portano all’Inferno, lo abbiamo fatto durare dentro di noi e gli abbiamo dato un nome. Pietro sa che «un tossicomane vivo è sempre meglio di un tossicomane morto». Per questo, ha continuato a guardare lontano, come sanno fare solo i padri.

Quando penso a lui, ricordo mio padre, il suo cuore ingenuo, la sua anima casta e mi prende un’acuta nostalgia. Sento allora forte come un tempo la ferita che opprimeva lui e penso che quello che ha poi fatto di me un uomo e un padre è quel segno indelebile tracciato da lui nella mia anima, quando la prima volta mi fece sentire la sua voce e mi ingiunse l’amore come regola e monito. L’indistruttibile è questo, il legame con il padre, al di là e oltre ogni commiserazione.

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