IMPARARE A LEGGERE (1): Le pratiche della Lettura

 

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«La parola ‘lettura’ non rimanda a un concetto, ma a un insieme di pratiche diffuse. E’ una parola dal significato sfumato: da quale lato si può iniziare ad esaminarla? Si potrebbe cominciare da dove aveva iniziato Sartre, per la scrittura, in Qu’est-ce que la littérature? (1947): che cosa è leggere? perché si legge? O come Proust nella sua prefazione a Sesame and Lilies (1868) (due conferenze di Ruskin sulla lettura) con la narrazione delle giornate di lettura della sua infanzia. Due modi di intendere la lettura: uno sociale e l’altro individuale, uno politico e l’altro etico.

Quale punto di vista adottare su una parola che ha troppi usi? Quella della sociologia, della fisiologia, della storia, della semiologia, della religione, della fenomenologia, della psicanalisi, della filosofia? Ciascuna ha una parola da dire e la lettura non è la somma di queste parole. Al termine del catalogo, la domanda rimarrebbe invariata: che cosa è la lettura? Bisogna allora mancare di metodo – vi sono argomenti che sono intrattabili con metodo – e procedere per colpi d’occhio, per istantanee: aprirsi degli spiragli nella parola, occuparla per sondaggi successivi e differenziati, tenere più fili a un tempo che s’intreccino, che tessano la trama della lettura» (ROLAND BARTHES e ANTOINE COMPAGNON, Lettura, ENCICLOPEDIA EINAUDI vol.8°, 1979, pag.176


INDICE DELLA VOCE

1. Pratiche.
1.1. Leggere è una tecnica. 
1.2. Leggere è una pratica sociale. 
1.3. Leggere è una forma di gestualità. 
1.4. Leggere è una forma di saggezza. 
1.5. Leggere è un metodo. 
1.6. Leggere è un’attività voluttuaria. 
2. L’oggetto. 
3. L’operazione. 
4. Il fenomeno. 
5. Il desiderio. 
6. Il senso.
7. L’intertesto. 
8. La lettura oggi.


Sintesi della voce Lettura, curata da Roland Barthes e Antoine Compagnon per il volume 8° dell’Enciclopedia Einaudi (1979), pp.176-199.

La lettura può venire intesa come l’operazione inversa a quella della scrittura, cioè come il meccanismo, che richiede una certa tecnica e un certo metodo, di accesso al testo (cfr. discorso, narrazione/narratività). Si parla però di lettura non solo a riguardo della decodifica (cfr. codice, comunicazione) di un messaggio scritto (cfr. orale/scritto), ma anche in rapporto alla percezione e alla visione di oggetti e di immagini (cfr. oggetto, immagine), o perfino all’analisi di fenomeni culturali, come ad esempio l’ambiente costruito e il paesaggio (anche sotto l’aspetto della ricostruzione storica: cfr., ad esempio, rovina/restauro), o ancora in rapporto all’interpretazione (cfr. diritto) anche di fenomeni tra natura e cultura (cfr. divinazione, magia, natura/cultura).

Nell’ambito della più recente analisi letteraria e artistica (cfr. letteratura, arti), si preferisce parlare di lettura piuttosto che di critica, privilegiando in tal modo la mediazione della lingua sugli altri sistemi di modellizzazione. Qualunque sia lo spettro semantico e applicativo che il termine ‘lettura’ può occupare, non si può tralasciare l’aspetto pedagogico (cfr. educazione) che mostra come l’insegnamento e l’apprendimento della lettura non possa essere indipendente da una qualche forma di controllo sociale.



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