Affiora ogni cosa. E’ tempo di ricordi.

Il buon amalteo chiama questo tempo della nostra vita pre-vecchiaia, e la cosa mi piace.

Mi piace pensare che la vecchiaia non è questa, è l’età ulteriore: c’è da vivere prima un’altra età della vita. La vecchiaia verrà dopo, la vecchiaia propriamente detta. E mi accade sempre più spesso di fermarmi a pensare al tempo antico, ai tempi passati, alle età precedenti, alla mia vita precedente. Alle vite precedenti, comprese quelle sepolte che nessuno conoscerà mai. Il Segreto è questo: custodire ricordi inconfessabili, piccole vergogne, quello che faceva arrossire, ma anche terribili segreti, colpe che tormentano. Affiora tutto, specialmente quello che sembrava sepolto in fondo al cuore, in una zona talmente buia che non sarebbe stato più possibile ricordarsi che qualcosa era effettivamente avvenuto!

Mi accade di svegliarmi alle quattro o alle cinque del mattino – ho sempre pensato che quelle siano ore della notte! – e di mettermi a leggere e a scrivere, soprattutto a scrivere. Sento di avere da scrivere. Non cose importanti, ma cose da scrivere. Riuscire a farlo mi mette addosso una sensazione di gioia, di contentezza, di piacere che mi fa star bene. Debbo scrivere. Qualcosa preme dentro. All’improvviso, sento di avere parecchio da raccontare. Da qualche anno a questa parte ho ripetuto ai miei alunni di fare altrettanto, di scrivere, ma soprattutto di raccontare. Adesso affiora tutto. Non debbo fermarmi a pensare, a cercare nei meandri della memoria. Non debbo fare nessuno sforzo. La ferita è aperta. E sanguina.

A quelli che mi chiedono perché io me ne sia andato in pensione così presto (!?) ora so cosa rispondere: ho da pensare, la mia mente è sempre più presa dai ricordi: affiorano sempre più numerosi ricordi, vividi ricordi, come non ne ho mai avuti. Sono stato sempre convinto di avere una memoria la(va)bile: facile alle dimenticanze. Ho sempre usato agende, agendine, recentemente Moleskine, per annotare ogni cosa, perfino le cose da fare passo per passo. Ora accade quello che per sessant’anni non era mai accaduto. E’ piacevole scoprire come non sia un peso. Al contrario, sento come un privilegio che sta dentro di me. Non mi resta che raccontare.

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