MOMENTI D’ESSERE (0): Il bisogno di scrivere

*

Domenica, 27 febbraio 2011

Basta partire da qui, dall’oggi, perché l’antico, la nascita come individuo e poi come persona, verrà dopo, oltre quello che pure credo di avere capito di me. In altri spazi ho scritto di me, senza raccontarmi ‘sistematicamente’, e forse è proprio questa la via: scrivo episodicamente, senza regolarità. Non è tempo di autobiografia. Non perché si debba avviare il racconto di sé a cose fatte, al termine della vita, o al culmine di essa! Al suo acmé. Non è tempo, perché sto già scrivendo, ma cerco di capire mentre scrivo. La vita sta ancora davanti a me. Non ce l’ho (tutta) alle spalle.

Quello che racconto è costruzione che sale dal profondo. Mentre scrivo, improvviso: io non so cosa sto scrivendo; scopro da quello che appare sullo schermo ciò che si agita al fondo. Mi stupisco di quello che scrivo.

Debbo scrivere e sono felice di farlo, indipendentemente da quello che scrivo, perché avverto un’apertura dell’anima, un travaglio della mente, che si ritrova a manipolare un frammento, un’idea iniziale, a cui si accompagna un turbamento, un affanno, spesso una curiosità soddisfatta dallo studio, dalla scoperta di idee fruttuose.

Un ricordo è spesso all’origine di un’idea che prende forma con la scrittura. Il ricordo di una pagina letta venti anni fa sta lì che attende di venir fuori per farsi idea: preme per ore, fino a quando non passo alla videoscrittura; mi accompagna generando in me positive emozioni, direi un’emozione fondamentale: la gioia di avere un senso da dare a qualcosa.

Quel sentire precede e accompagna la scrittura. Dopo, nel resto della giornata, conservo lo stato di benessere guadagnato. La scrittura è un guadagno, un arricchimento che pesa ormai significativamente sulla mia vita.

>Non sono certo uno scrittore. Mi accade di scrivere. Non storie, non la mia storia. Accadimenti. Illuminazioni. Intuizioni.

*

*

Questa voce è stata pubblicata in Momenti d'essere. Contrassegna il permalink.