DENAZIFICARE – Ecco la foto del poliziotto che porta le molotov nella scuola, per giustificare il massacro e le torture.

In una ricostruzione della Bbc – [LA TELEVISIONE DI UN PAESE LIBERO] – si vede un agente che introduce nella scuola le bottiglie incendiarie. Quelle che la polizia aveva usato come prova regina per cercare di giustificare il massacro nella scuola
di
MASSIMO CALANDRI

FRANCESCO COSSIGA, Presidente emerito: “Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno (…) Infiltrare il movimento con agenti pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto della polizia. Le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti all’ospedale. Picchiare a sangue, tutti, anche i docenti che li fomentano. Magari non gli anziani, ma le maestre ragazzine sì.
Consigli alla Polizia: “Sbagliate le cariche adesso, bisogna aspettare che sparino a qualcuno” – “Serve una vittima e poi si potranno usare le maniere forti” – “l’ideale sarebbe che di queste manifestazioni fosse vittima un passante, meglio un vecchio, una donna o un bambino, rimanendo ferito da qualche colpo di arma da fuoco sparato dai dimostranti: basterebbe una ferita lieve, ma meglio sarebbe se fosse grave, ma senza pericolo per la vita”. – Far crescere “la paura dei manifestanti e con la paura l’odio verso di essi e i loro mandanti o chi da qualche loft o da qualche redazione, ad esempio quella de L’Unità, li sorregge”. – “Io aspetterei ancora un po’ – continua Cossiga – e solo dopo che la situazione si aggravasse e colonne di studenti con militanti dei centri sociali, al canto di ‘Bella ciao’, devastassero strade, negozi, infrastrutture pubbliche e aggredissero forze di polizia in tenuta ordinaria e non antisommossa e ferissero qualcuno di loro, anche uccidendolo, farei intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell’ordine contro i manifestanti”.
La risposta dell’Unità a Cossiga: «Se l’ex presidente Cossiga si fosse limitato ad accusarci di “istigare” qualcuno, avremmo volentieri evitato di rispondergli. L’Unità è sotto gli occhi di tutti e ciascuno può facilmente verificare il contenuto e il tono dei nostri articoli. Il fatto è che, il 23 ottobre, in un’intervista, aveva suggerito di “infiltrare il movimento con agenti provocatori”. E ieri, nella sua lettera indirizzata al capo della polizia, ha auspicato che ci sia “una vittima”. “Agenti provocatori”, “vittima”. È una sintesi molto precisa di quel che accadde il 12 maggio del 1977 quando a Roma fu uccisa una ragazza di 19 anni, Giorgiana Masi. Ancora non è chiaro come siano andate veramente le cose. Però si sa per certo che la stessa persona che oggi dà certi suggerimenti e formula certi auspici era, all’epoca, ministro dell’Interno. Per questa ragione – con tutto il rispetto – ci sentiamo in dovere di rivolgere al presidente Cossiga una domanda: chi ha ucciso Giorgiana Masi?» (8.11.2008)

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