Intervista a El Pais del padre di Eluana. Che rivela: “Anni fa scrissi a Berlusconi e alle altre istituzioni. E solo dopo mi rivolsi ai giudici”

ROMA – «La Chiesa non ha nulla a che vedere con questa questione. Non mi può imporre i suoi valori». Così Beppino Englaro torna a far sentire la propria voce, nei giorni più difficili, quelli dello scontro e di una legge, di fatto ad personam, in arrivo.

In un’intervista sulla prima pagina del quotidiano spagnolo El Pais il padre di Eluana dice di “sentire un grande rispetto verso la Chiesa, e spero lo stesso per me da parte della Chiesa. Spero che sappiano quello che dicono e che fanno, ma non polemizzo con loro”: ma, aggiunge Englaro, “il magistero della Chiesa è morale, lo Stato è laico e in esso convivono anche i cattolici. Quello che dice la Chiesa riguarda solo loro, non noi che non professiamo questa confessione”.

Poi, nella stessa intervista, Beppino rivela di aver scritto, nel 2004, una lettera alle istituzioni, in cui chiedeva di trovare “gli atti opportuni per dare uno sbocco alla vicenda di nostra figlia Eluana che da 4.430 giorni è costretta da istituzioni e medici a una non vita”.

Anche Berlusconi, all’epoca premier, ricevette la lettera, così come l’allora presidente Ciampi. “Ma non ebbi alcuna risposta”, dice il padre di Eluana, “e dal momento che la politica non fece nulla e nemmeno il governo, mi rivolsi ai giudici. Chiesi loro aiuto ed essi fecero il loro dovere”.

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