La banalità del male.

La banalità del male
di Fernando A. Iglesias

Il male non fa male solo perché é male, ma perché fa della vita una cosa stupida, vuota e carente di senso. Ne sapeva qualcosa Hannah Arendt quando scrisse sulla banalitá del male. Ne sa qualcosa Berlusconi, che di essere vuoto e banale non si stanca mai. Le sue scandalose dichiarazioni sui “voli della morte” in Argentina sono una offesa ai più elementari sentimenti di umanità.  Che una delle massime autorità del governo si riferisca ironicamente a quello che è stato uno dei grandi genocidi del secolo XX è anche una violazione dei principi di amicizia che dovrebbero imperare fra paesi così vicini como l’Italia e l’Argentina e una nuova dimostrazione dell’insultante superficialità del suo autore. Anziché fare lo spiritoso con argomenti che niente hanno a che fare con la comicità, Berlusconi dovrebbe ricordarsi pure che migliaia fra i desaparecidos erano figli e nipoti di immigranti italiani e, perció, italiani a pieno diritto.  Non crede qualche giudice attento che si tratti qui di pura e semplice apologia del delitto? Scusatemi, ma non mi bastano le parole per ripudiare questa oscena esibizione, che è esattamente il contrario della sensibilitá dimostrata dai tribunali italiani che hanno condannato  molti capi militari argentini. Sono anche parole contrarie alle tante espressioni italiane di solidarietá con le Madres e Abuelas e di opere artistiche (come l’eccellente “Garage Olimpo”, di Marco Bechis) che dimostrano che i sentimenti del popolo italiano non hanno niente a che fare con quelli del suo attuale Premier.  Come deputato nazionale argentino ho presentato ieri un progetto di ripudio a dichiarazioni cosí sfortunate; progetto che contempla l’esigenza che il governo italiano chiarisca se le affermazione di Berlusconi fanno parte de la politica ufficiale verso l’Argentina oppure sono soltanto una parte del circo a cui il Premier ci ha abituato.  Non sono io a poter dire agli italiani di quale responsabilità politica si siano fatti carico permettendo a Berlusconi di diventare capo dell’esecutivo. Lasciatemi dire, comunque, quanto mi senta offeso per questa decisione e quanto desidero che il suo progetto politico venga presto sconfitto elettoralmente per il bene di tutti i cittadini della mia seconda patria.

Scrittore, giornalista e deputato al Parlamento Argentino
l’Unità online, 20 febbraio 2009

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