Camminarsi dentro (5): Un bambino trascurato

Ieri sono stato oppresso da sentimenti negativi.

Alle sette e mezza del mattino Marco mi ha raggiunto telefonicamente, per dirmi bruscamente che su un giornale locale era comparso un articolo su suo figlio Angelo di 8 anni, della Scuola elementare di A., a causa del quale la maggioranza dei genitori della sua classe aveva deciso il giorno prima di non mandare i figli a scuola.

Angelo è stato battezzato da me, e Marco è stato seguito da Libera Mente per anni, assieme a sua moglie Anna Negli ultimi anni – da quando è nato Angelo, cioè da 8 anni! – ci siamo incontrati sempre più raramente, ma Anna e Marco avrebbero voluto che almeno io dell’Associazione fossi più vicino ad Angelo, che è stato affiancato a scuola da insegnanti di sostegno, per i suoi ritardi nell’apprendimento: si parla di un bambino iperattivo, e questo spiegherebbe gli episodi di insofferenza che si verificano puntualmente a scuola nei suoi confronti.

Ho trascorso l’intero pomeriggio con Marco. Mi sono recato da lui subito dopo il pranzo. A sera mi ha confessato di sentirsi meglio. Era apertamente grato, per il fatto che gli ho permesso di raccontare tutta la storia – che io ora non racconterò a voi -, ma io sono tornato a casa malinconicamente, oppresso da sentimenti di colpa e di vergogna, per il fatto che in tutti questi anni non sono stato vicino a lui, per aiutarlo nel difficile compito educativo in cui era impegnato, ché ha altri due figli, che non riesce ad educare forse come vorrebbe. Sicuramente, avverte che con Angelo non è riuscito nel compito.

Tra qualche mese compirò 60 anni. Non so se siano molti per chi, come me, da diciannove anni non va più in ferie, per stare vicino ai ragazzi il pomeriggio e, all’occorrenza, nei giorni di festa e quando ci vorrebbe un po’ di riposo. Fatto sta che non ho trovato il tempo per Marco, ma soprattutto per Angelo, che mi ha invitato spesso a cercalo. Io non l’ho fatto. Ora è notte tarda. Anzi, è quasi l’alba. Mi sono svegliato presto, preso dal pensiero di Angelo. Ho pianto a lungo, senza che nessuno nella casa potesse ascoltarmi. Mi domando perché non sia mai andato a cercare Angelo e se la sua vita sarebbe stata diversa, un po’ migliore, se avessi trovato il tempo che non ho negato ad altri ma che ho negato a lui.

10 marzo 2008

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