CAMMINARSI DENTRO (120): Prima persona singolare.

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Solitamente ricorriamo alla terza persona singolare. Preferiamo il registro impersonale, per dare vigore logico alle nostre parole. Ci riferiamo al mondo, alle cose del mondo, all’esperienza altrui; e ci rivolgiamo al mondo, che eleggiamo a nostro destinatario, interlocutore ideale del nostro dire.

Costruire questo spazio qui non è più facile. Si tratta di tenere insieme le tre direzioni – verso di sé, verso gli altri, verso il mondo – che abbiamo posto alla base della nostra educabilità, cioè della possibilità di educare gli altri, di costituirci come figure di riferimento credibili.

Il cammino verso di me, verso la ‘verità’ della mia esperienza educativa, è qui sottoposto a giudizio, essendo pubblico il lavoro di espressione, di manifestazione delle mie emozioni e dei sentimenti. Il movimento verso gli altri e verso il mondo – che è già dato nella mia esistenza – sarà descritto a partire dal lavoro avviato di ricerca delle mie ragioni.

La meta costante è la vita autentica, il compimento dell’esistenza nella realizzazione del compito educativo.

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