LA RIVOLUZIONE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE (4): Dopo Copernico, Darwin e Freud, Turing. Dobbiamo imparare a pensarci in un universo informazionale.

1543: Niccolò Copernico pubblica “Sulle rivoluzioni dei corpi celesti”: la Terra cessa di essere al centro dell’Universo.

1859: Charles Darwin pubblica “L’origine delle specie”: gli esseri umani entrano nella storia della vita sulla Terra.
Sigmund Freud, con tutta la sua opera, ci insegna a pensare l’Io come non più padrone a casa sua.
Ad Alan Turing, padre della quarta rivoluzione, dobbiamo il test che porta il suo nome: Una macchina è da considerarsi “intelligente” se una persona non è in grado di distinguere il suo comportamento da quello di un altro essere umano.

“La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo”, di Luciano Floridi, «riguarda l’effetto che le ICT digitali (le tecnologie dell’informazione e della comunicazione) stanno producendo sul nostro senso del sé, la maniera in cui ci relazioniamo gli uni con gli altri e nella quale diamo forma al nostro mondo e interagiamo con esso.
Le nanotecnologie, l’Internet delle cose, il web 2.0, il web semantico, il cloud computing, i giochi basati sulla registrazione dei movimenti del corpo, le applicazioni per smartphone, i tablet e i touch screen, il GPS, la realtà aumentata, i compagni artificiali, i droni, le auto che si guidano da sole, i dispositivi informatici indomabili, le stampanti 3D, il furto d’identità, i corsi online, i social media, la cyber-guerra…
Il tecnofilo e il tecnofobo si pongono la stessa domanda: che cosa verrà dopo? Il filosofo si chiede: che cosa sta dietro tutto questo? Parte della difficoltà con cui rispondiamo a questa domanda risiede nel fatto che siamo abituati a pensare le ICT come strumenti mediante i quali interagiamo con il mondo e tra noi. In realtà, tali tecnologie sono diventate forze ambientali, antropologiche, sociali e interpretative. Esse creano e forgiano la nostra realtà fisica e intellettuale, modificano la nostra autocomprensione, cambiano il modo in cui ci relazioniamo con gli altri e con noi stessi, aggiornano la nostra interpretazione del mondo, e fanno tutto ciò in maniera pervasiva, profonda e incessante» (dalla Prefazione).

[Dalla scheda editoriale] Chi siamo e che tipo di relazioni stabiliamo gli uni con gli altri? Luciano Floridi sostiene che gli sviluppi nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione stiano modificando le risposte a domande così fondamentali. I confini tra la vita online e quella offline tendono a sparire e siamo ormai connessi gli uni con gli altri senza soluzione di continuità, diventando progressivamente parte integrante di un’“infosfera” globale. Questo passaggio epocale rappresenta niente meno che una quarta rivoluzione, dopo quelle di Copernico, Darwin e Freud.
L’espressione “onlife” definisce sempre di più le nostre attività quotidiane: come facciamo acquisti, lavoriamo, ci divertiamo, coltiviamo le nostre relazioni. In ogni campo della vita, le tecnologie della comunicazione sono diventate forze che strutturano l’ambiente in cui viviamo, creando e trasformando la realtà. Saremo in grado di raccoglierne i frutti? Quali, invece, i rischi impliciti? Floridi suggerisce che dovremmo sviluppare un approccio in grado di rendere conto sia delle realtà naturali sia di quelle artificiali, in modo da affrontare con successo le sfide poste dalle tecnologie correnti e dalle attuali società dell’informazione.

Biografia dell’autore
Luciano Floridi, una delle voci più autorevoli della filosofia contemporanea, è professore ordinario di Filosofia ed Etica dell’informazione all’Università di Oxford, dove dirige il Digital Ethics Lab, e chairman del Data Ethics Group dell’Alan Turing Institute, l’istituto britannico per la data science. Con “La quarta rivoluzione” ha vinto il Walter J. Ong Award for Career Achievement in Scholarship 2016.

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