Un amore difficile

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Domenica 8 aprile 2012

CAMMINARSI DENTRO (372): L’amore (più) difficile

L’amore più difficile non è quello contrastato o infelice. Non è nemmeno l’amore di lontano o l’amore non corrisposto. Non parliamo nemmeno dell’amore inutile di chi si ritrovi con la persona sbagliata in un tempo sbagliato della propria e dell’altrui vita.
Della vasta fenomenologia dell’amore molto è stato raccontato. Ci sembra di saperne tutto. Dopo aver rinunciato per un po’ all’idea dell’idillio, che la storia si debba necessariamente ‘concludere’ con le ‘nozze’, riusciamo finalmente a concepire tutto quello che c’è al di qua dell’ideale e dell’armonia e dell’accordo perfetto. Anche, talvolta, al di fuori della sana normalità. D’altra parte, non potendo disporre di un ‘ufficio reclami’ in caso di insuccesso né di una guida a tempo pieno che ci distolga dalle esperienze che possono risultare nocive alla nostra salute, non ci resta che provare. Non rinunceremo ad amare le persone sbagliate, quelle che ci amano in modo goffo e inadeguato, o capriccioso e imprevedibile. Non smetteremo di inchinarci riconoscenti di fronte a chi non merita per niente il nostro amore e non manca occasione per farci soffrire ancora un po’, magari perché convinto che la vita sia così, niente altro che un ‘economico’ tiro alla fune, in cui bisogna prendere il più possibile e condannare l’altro al ruolo di chi dà soltanto. E che dire del cuore arido di chi non risponde mai alle nostre dichiarazioni d’amore? Vorremo forse lasciare inabissare un’esistenza che di noi ha bisogno per proseguire il gioco perverso del rinvio e basta? Degli amori inutili abbiamo già parlato, e di come siano costati la vita ad alcuni dei nostri ragazzi, ma basta stare un po’ più attenti: riconoscere l’altezza a cui si situa l’oggetto d’amore è vitale, per non dover dire poi di essersi scontrati con una realtà difficile da ‘governare’.
Sicuramente non smetteremo di sognare l’amore che dura e faremo di tutto perché si realizzi. Nel frattempo, ci ritroviamo a vivere amori impuri ed imperfetti, incompleti e incompiuti, addirittura mai nati. Nel paese delle chimere c’è posto per tutti, per i sogni più pazzi e per l’illusione estrema, quella di chi si avventura pericolosamente in territori inesplorati, mai esplorati (da noi).
Uno scrittore si chiedeva qualche decennio fa se ci sono sentimenti che non sono mai stati raccontati, ma faceva riferimento a situazioni note – come la situazione ‘atomica’ – più che ad esperienze personali in cui l’asse della realtà inclinasse dalla parte del grigio, indifferente al primato del bianco e del nero. Voglio dire che una ‘variante’ di un ‘genere’ noto è come un nuovo genere, perché magari cambia la lunghezza dell’attesa, perché la storia si interrompe sul più bello… Si può lasciar morire una bella storia. Si può decidere di non far nascere un amore che sarebbe faticoso far vivere. E via amoreggiando… C’è poi la ricerca inesausta di chi spera di fare cose strane, addirittura astratte, e se ne va convinto che pure quella sia una strada percorribile: basterà trovare un partner disposto a sacrificarsi per asfaltarla con noi!

Ma di tutti gli amori di cui siamo capaci, al di là di tutto ciò che esperienza e prudenza pure suggeriscono, il più difficile è sicuramente l’amore che riserveremo a chi non sappia incarnarsi, mantenendosi a debita distanza, senza rinnegare mai l’amore promesso o addirittura sbandierato sotto le più imprevedibili forme per noi. Magari ci sentiremo dire tutto quello che dobbiamo fare per non deludere le aspettative di decenni, per confermare un impegno preso e per proseguire con la fissazione di mete sempre nuove e più avanzate. Continueremo a guardare altrove, perché ci si dice che il nostro compito è quello, servire il mondo, amando per lo più le persone sbagliate. E se poi nel numero delle persone ‘sbagliate’ ritroveremo anche chi lungamente ha guidato i nostri passi, poco importa, se la stessa persona è già di nuovo in cammino per obiettivi ancor più alti, perché a tutti fu assegnato il destino di chi cerca, non di chi abbia già trovato.

Consistere qui e ora, in mezzo a questa notte piovosa, in attesa di un’altra resurrezione, è dolce e aspro ad un tempo. Il compito più urgente è dare un nome a questo amore, dargli spazio e farlo durare. Soltanto qui ci sembra di consistere veramente in pace, non altrove, magari in una pacificata e inerte quiete mattutina, lontano dai tumulti e dagli affanni, dai giusti rimproveri e dalle inquiete attese di sempre.

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